La scorsa settimana un episodio in cui ad una mamma è stato negato il diritto di allattare in un ufficio postale ha fatto infiammare gli animi di mamme ed operatori che sostengono l’allattamento.
Francesca Castelli, neo mamma del piccolo Elia di 3 mesi, è in coda in un ufficio postale di Biella, il piccolo ha fame, lei si siede in un angolo e lo allatta… A quel punto una dipendente dell’ufficio postale le dice che lì è vietato allattare al seno, è consentito solo sfamarlo con il biberon. La notizia fa il giro d’Italia e fa venire allo scoperto altre donne allontanate da luoghi pubblici perché allattavano, genera l’attivazione di una raccolta di firme, un’iniziativa di flash mob e anche una bella presa di posizione da parte della politica.
Devo ammettere che mi ha molto stupito la reazione quasi immediata del Ministro della Pubblica Amministrazione, che ha emanato una direttiva pro allattamento rivolta a tutte le pubbliche amministrazioni “affinché assumano azioni positive, comportamenti collaborativi o comunque non ostacolino le esigenze di allattamento”. Sarà che anche lei è mamma a sua volta, ma questo mi sembra un ottimo passo avanti per cambiare la cultura dell’allattamento anche in Italia.
Anche il Ministro della Sanità si è espresso in questo senso un anno fa dichiarando “bisogna mettere le donne nella condizione ottimale per allattare (…) Si vedono donne nude ovunque, però non si può allattare perché qualcuno rimane turbato!”.
Perchè allattare nei luoghi pubblici è diventato un tabù? Da dove nasce questa cultura contraria all’allattamento?
Da dove nasce questa cultura contraria all’allattamento?
Se guardiamo le foto del secolo scorso, troviamo mamme che allattano al seno in pubblico: eppure la cultura era estremamente più puritana rispetto ad oggi, dove una donna in topless non desta più nessun tipo di stupore o invettiva.
Che cosa è cambiato? Non siamo più abituati: l’allattamento al seno non è più la norma biologica, siamo cresciute con i bambolotti a cui davamo il biberon e intorno a noi nessuno allattava al seno, le nostre mamme uscivano dall’ospedale già con l’aggiunta.
Allattare un bimbo viene considerato da alcuni un vezzo della mamma: perché non usare il biberon, che è così comodo e soprattutto non si vede il seno?
Libere di allattare a tutti i costi?
Una frase che amo molto dice: cambiamo il mondo una mamma ed un bambino alla volta.
Per chi non è avvezzo vedere allattare un bimbo è difficile accettare di vedere una mamma che allatta un bimbo, se poi non è un neonato nei primissimi mesi di vita, la cosa genera scalpore (e parliamo a volte di bimbi di sei mesi).
Allattare è sempre un gesto legittimo: perché anche chi lo trova inopportuno possa venire dalla nostra parte, possiamo fare molto. La gentilezza, il sorriso e un atteggiamento positivo è sempre più potente di un modo aggressivo o volto a far sentire l’altro in difficoltà.
Chi allatta può fare molto per cambiare questo modo di vedere l’allattamento, senza eccessi, con discrezione, trovando soluzioni adatte al contesto di volta in volta.
Un flash mob e una petizione per allattare ovunque lo desideri
Il giorno 11 febbraio 2017 il Movimento Allattamento Materno Italiano (MAMI) ha organizzato un flash mob in tutta Italia a favore della cultura dell’allattamento ovunque lo desideri.
Siamo tutti invitati a partecipare, sul sito trovate le modalità per aderire. Sui social utilizziamo #ovunquelodesideri.
Possiamo fare la differenza anche firmando la petizione Allattamento è ovunque lo desideri su Change.org.
Allattare a cielo aperto
A me personalmente è capitato che mi chiedessero di spostarmi mentre allattavo in pubblico: ero in un grande parco divertimenti, il mio bimbo era già grandicello ed io mi ero seduta su una panchina con lui. Degli addetti al parco mi invitarono a spostarmi per allattare nel punto allestito per i bambini: al momento mi infastidii, poi pensai “beh che bello però, meglio stare comodi al fresco che su una panchina sotto il sole!” Grande fu la delusione quando arrivai in questo luogo in cui non c’era nemmeno una sedia, solo scaldabiberon, microonde ed un dispenser di latte artificiale: trovai veramente incredibile che nessuno avesse pensato che qualunque mamma, a prescindere da come nutre il proprio bimbo, ha bisogno di un posto dove sedersi a nutrire il proprio bimbo!
Chiediamo quindi che i luoghi pubblici diventino sempre di più i luoghi “mamma & baby friendly”, dove poter comodamente allattare e cambiare il nostro bimbo.
Chiediamo più punti “baby pit stop”
I baby pit stop sono dei punti in cui poter allattare comodamente il proprio bimbo in un luogo pulito e confortevole: possono trovarsi nei negozi, nei supermercati, nelle stazioni dei treni.
I baby pit stop sono nati 12 anni fa su idea de La Leche League, poi sono arrivati i baby pit stop UNICEF, l’associazione Allattamento IBCLC, l’ATS di Milano e altre realtà locali che sono nate grazie a gruppi di mamme, istituzioni, negozianti che hanno accolto con favore questa iniziativa.
Un gruppo di mamme ha deciso di mapparli tutti e sta creando una app con la mappa dei baby pit stop ad hoc è, come scrivono loro “un progetto nato da neomamme senza scopi commerciali nè finanziatori istituzionali che si sostiene grazie all’autofinanziamento e alle donazioni degli utenti.” E’ un’iniziativa meritevole, che va a favore di tutte le mamme e vale la pena di essere sostenuta.
E’ lodevole l’iniziativa della Coalizione Italiana per l’Alimentazione dei Neonati e dei Bambini (CIANB) che tramite una lettera aperta al Direttore Generale di Poste Italiane Francesco Caio,
al Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione Marianna Madia e al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin chiede che in tutti gli uffici di Poste Italiane vengano creati dei Baby Pit Stop de La Leche League.
Tutti noi nel nostro piccolo possiamo pubblicizzare questa iniziativa: a chi aderisce non si chiede molto, una sedia dove allattare e un angolo pulito dove poter cambiare il bimbo al calduccio e comodamente.
E se proprio non ci vogliono far allattare? La legge è dalla nostra parte!
La legge è già dalla nostra parte, ricordiamolo a chi ci dice che non possiamo allattare in pubblico!
Il principio della promozione e della protezione dell’allattamento al seno e la necessità di non scoraggiare la stessa pratica anche attraverso il contrasto di comportamenti ostativi viene affermato e richiamato in queste direttive/decreti legislativi.
Leggi a tutela dell’allattamento:
- direttiva 2006/141/CE del 22 dicembre 2006
- articolo 9 del decreto legislativo n. 84 del 2011
- articolo 14 del decreto del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali del 9 aprile 2009, n. 82, recante “Regolamento concernente l’attuazione della direttiva 2006/141/CE per la parte riguardante gli alimenti per lattanti e gli alimenti di proseguimento destinati alla Comunità europea ed all’esportazione presso Paesi terzi”,
- Ministero della Sanità, Circolare 24 ottobre 2000, n.16 “Promozione e tutela dell’allattamento al seno”
Facciamo rispettare il diritto del bambino di essere nutrito dalla mamma con l’allattamento al seno con garbo e gentilezza e cambiamo il mondo una mamma e un bimbo alla volta.
di Katia Micheletti
Consulente Professionale in allattamento materno IBCLC, tutor d’aula, formatrice, mamma